Guardare dritto negli occhi Joan Baez, è una delle cose più emozionanti che vi possa capitare. Questa dolce "fanciulla" di 70 primavere ci incanta con i suoi occhi così dolci, proprio color di foglia, come il nostro buon Faber avrebbe detto. Questa folksinger che Morandi vorrebbe al prossimo Festival di Sanremo, e mai non avrà. (Almeno credo e spero, perchè non mi sembra il luogo adatto per questa grande attivista politica, senza togliere nulla alla manifestazione canora....)
La sua dolcezza rivela una vena di tristezza e non certo a torto, quando oggi vale più un messaggio di Lady Gagache una lotta sociale contro i mali del mondo. Malgrado questa venatura triste, malgrado la sua ammissione di non essere mai stata particolarmente felice, non rinnega gli eventi e gli aspetti di questa sua vita, che sono stati come un sogno. Malgrado la settantina, non ha mai rinunciato all'impegno civile, lei la "Madonna "del folk, come era chiamata negli anni sessanta.
Si può essere ancora un attivista con le canzoni? Un recente sondaggio ha dato risposta negativa, il mix protesta e musica non interessa nessuno. Eppure ci sono i "Radiohead" o gli "ArticMonkey" che potrebbero fare qualcosa a tal proposito, ma non lo fanno..... L'unione tra idee e musica è saltata, salvo rare eccezioni come per esempio Neil Young e pochi altri.
Ma "questi pochi altri" descrivono un mondo nuovo, come vorrebbero o come dovrebbe essere, non il mondo di ieri. Quindi ci chiediamo, perchè a Sanremo è stata scelta una canzone di Joan Baez intitolata "Here's to you" con musica di Morricone e parole della folksinger, dedicata a Sacco e Vanzetti?
Lasciamo senza risposta questa domanda e chiediamoci per quanto tempo l'abbiamo persa sul piano discografico, perchè di lei vent'anni fa non si voleva più sentire parlare. La Baez stessa ci rivela, che se potesse lanciare le sue nuove produzioni musicali, con un altro nome, avrebbe senz'altro molto più successo. Delusioni la Baez ne ha avute molte, fin dalla sua lontanissima esibizione nel 1959 al Newport Folk Festival, delusioni anche per le sue battaglie personali e delusioni per la sua testardaggine ad essere sempre indipendente. Tutto pagato sulla propria pelle.
La sua famiglia è di origini messicane e scozzesi. Suo padre è un fisico noto, la madre il perno della casa per lei e le tre sorelle. Joan si innamora a sedici anni delle idee di Martin Luther King, la piccola virginiana cantante in un club di Boston, diventa il simbolo di una nuova gioventù. Il cuore scioglie ogni ostacolo, almeno in apparenza, esiste la fede incrollabile dell'ideale, e di conseguenza la scia pacifista dei grandi visionari come Pete Seeger.
La ricordiamo molto per la sua love story con il "poet" per eccellenza Bob Dylan più giovane di lei e molto meno noto all'epoca. Si narra che la Baez stessa dette una giacca al ragazzo per una delle sue prime esibizioni, non avendo nulla di decente da indossare.
Era il 1963 e la loro relazione e sodalizio musicale andò avanti per parecchio tempo, anche se Joan sposò nel 1969 David Harrisesponente del movimento pacifista ed imprigionato per renitenza alla leva.
Divorziarono nel 1973, dopo la nascita dell'unico figlio, anche lui appassionato di musica country. Il grande amore per Dylan finisce, bisogna dare delle colpe giustificative e si opta per il rifiuto di quest'ultimo a seguirla nelle sue battaglie per la giustizia sociale. Vero o non vero , questo è, anche se si è più propensi a credere al distacco di Bob per ragioni sentimentali.
Forse è uno dei pochi cantanti dove potete trovare su internet la voce "donne di Bob". Se siete fans di quest'ultimo, come lo sono io, fatelo, troverete delle belle sorprese! Certo Joan non si ferma per questa lacerazione, va a Washington sullo stesso palco di King per la campagna "Ho fatto quel Sogno". Non vi viene in mente un pochino lo zio Bruce? Va a Woodstock, dove tutti sono convinti di essere veri rivoluzionari per poi restarne amaramente delusi,va ad Hanoi durante i bombardamenti americani, ma dall'altra parte, dove lei stessa ammette di aver provato il vero terrore.
Verrà criticata dalla destra americana per aver preso parte ad una missione non patriottica e dalla sinistra per essere stata consenziente al regime comunista ed aver calpestato i diritti civili. Si ribella sempre più debolmente alla ribellione sudista contro lo strapotere e la ricchezza nordista.
Di Joan Baez si può dire tutto e di più, l'unica cosa che bisogna ammettere è che lei ha conosciuto la politica, anche e sopratutto quella sporca, a differenza della sua anima che è sempre stata candida. Preferisco finire questa mia pillola in questo modo, senza intrusioni biografiche specifiche dell'artista che sono state numerosissime e forse molto di più. Non ha mai smesso di fare varie compartecipazioni con quasi tutti gli artisti da ogni parte del mondo, anche in Italia, per citarne uno Vinicio Capossela a Venezia per"Emergency".
Sono certa che i suoi occhi color di foglia sapranno vedere e raccontarci ancora molte cose, per chi ha la sensibilità di raccoglierle.
Mi sono commosso... in particolare quando ho risentito il pezzo di Joan su Sacco e Vanzetti.
RispondiEliminaLei è l'esempio vivente di come si possa fare dell'ottima musica senza per questo sfornare canzonette o canzoncine che fingano la ribellione, ma anzi la preparino realmente.
E' l'esempio vivente di come si possa essere intellettuali senza essere astratti... e molto altro ancora!
Tornerò presto per un commento più organico.
Aabbraccione!
Quanti fatti vibranti di vite degne ho letto qui. Notizie che forse posso anche commentare con un piccolo accenno a Woody Guthrie ...
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