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venerdì 15 gennaio 2021

Le groupies esistono ancora?


 


Buona notte ragazzi miei, non riesco a dormire eppure ho un sonno pazzesco  .Che faccio mi butto, scrivo? C'è un silenzio stranissimo in questa nottata campestre ,nemmeno un gufo , una civetta che mi accompagnano da sempre. E allora mi viene in aiuto la musica e con la musica tutti i fans ammassati e ridondanti di felicità, ma dimentico qualcosa , le groupies esistono ancora? Ve le ricordate , io non ne ho più viste molte, anche se qualche sparuto mazzo faceva capolino nei concerti. Le ragazze delle rockstar, le loro rivoluzioni, le forzute lottatrici che hanno abbattuto le pareti divisorie tra i fans e gli  artisti, per affermare se stesse. Si incominciarono a sentire nel ' 69, " Rolling Stones" , rivista sacra dell 'epoca le rendeva popolari, nominandole groupie da un termine proveniente dal rock con la loro copertina e forse mai immaginando che sarebbero diventate un simbolo delle stravaganze e degli eccessi.. Il giornale ci informava che le ragazze si aggiravano dietro le quinte dei concerti( cosa più ardua ora)sperando in un rapporto intimo con il gruppo o con il cantante solista. Però che coraggio ed intraprendenza! Le prime apparizioni arrivarono in frotta nei concerti di  Beatlesiana memoria. La reginetta fu una certa Pamela de Barres non soddisfatta di ascoltare solo la loro musica, ma da vera sportiva allenava le sue seguaci a scavalcare i muri di cinta dove risiedevano gli idoli. La sua fortuna volle farla incrociare con Captain Beeefheart, suo scudiero nel presentarle gruppi famosi dell'epoca come il bassista di Hendrix,e già mi sono spinta troppo, facendola però vivere in prima persona la band preferita nei migliori locali. Chi fosse più pruriginoso, lo invito a leggere precise descrizioni sui diversi " Rolling Stones" dell'epoca, ricche di resoconti e testimonianze del fenomeno che continuò per mezzo secolo, ma  al di là dell'effetto scandalistico, ci interessa inserire il dato cronachistico tra gli instabili rapporti musicali, uniti alla sessualità in piena forma negli anni '60 e '70. Nella cornice in continua evoluzione le groupies si potevano considerare semplici fans, come ce ne furono a milioni, ma con due caratteristiche essenziali: la prima forzare quella sottile barriera  ma rigidissima, che separava la platea dal palco.. Cosa avvenuta principalmente con i Beatles, seguiti da Sinatra , culminati con Elvis. La barriera minacciava di saltare ad ogni rappresentazione , in mezzo alle urla delle giovanissime spettatrici che impedivano di sentire la musica, uniti ai loro tentativi di salire sul palco per finire con le cariche della polizia Le Groupies erano diventate una forma estrema di tensione tra la produzione e il consumo musica, scegliendo di creare la propria esistenza come una performance e di continuarla nel backstage come palco principale con cui si identificano. La seconda caratteristica delle groupies era la ricerca di un contatto personale, un universo di sogni e fantasie in comunione con i loro idoli, che i dischi, i manifesti i gadget che tappezzavano le stanze di queste ragazze, costruivano nelle loro teste e nei loro corpi ancora in formazione .Una ricerca esplicita, gridata in nome dell'attrazione fisica e culturale. Quindi facilmente esposta ai pericoli della manipolazione personale e commerciale. Pericoli tanto più forti in un ambiente, della popular music, quello dell'intrattenimento, ancora oggi fortemente segnati dalla lunga storia di potere maschile che permetteva di liquidare le groupies come un semplice fenomeno di subalternità e patologia del " sesso debole". Tutto questo oscurava la confusa ma sentita richiesta di affermazione di sè, che vibrava anche nascosta nella passività e devozione ai loro beniamini che caratterizzavano la vita di queste ragazze. Dove mi sono andate ad infilare amici miei non so,


forse l'incubo dell'insonnia e allora perdonate questa mia elucubrazione sperando voi dormiate tranquilli. 

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