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domenica 21 marzo 2010

"BORN IN THE U.S.A." CELEBRAZIONE DI UN DOLORE

Restiamo nel periodo Vietnam del nostro Bruce, ma arriviamo alla fine della guerra. Bruce ha già trascorso i due anni peggiori della sua carriera con il contratto capestro del manager di allora Mike Apple e la Columbia, ha già pubblicato i suoi due primi dischi " Greetings from Asbury Park" e " The wild, the innocent and the E. Street shuffle", ma gli introiti sono inesistenti. Tutto va ad Apple, solo le briciole per lui e la band.

Apparizione miracolosa quella di John Landau,che l'ho aiuta a liberarsi dalle grosse grane finanziarie, vede in lui il futuro del R&R e lo consiglia di accorciare anche le sue canzoni, sempre un po' troppo prolisse.

Ma a noi ne interessa una in particolare, quella che tutti conoscono, ma non lo sanno e parlo di "Born in the USA".

Anche chi è completamente all'oscuro di Springsteen ha sentito questa canzone, la giudica una americanata commerciale, l'ha ascoltata senza dubbio distrattamente. E questo non solo in Europa, ma anche in America.

Alla fine della tragica guerra del Vietnam, feste e parate per i poveri reduci, che oltre a ritornare menomati , risultavano, la maggioranza psicologicamente labili. Born in the USA aveva scalato vette stratosferiche, dopo il successo di "Born to run" e di " Darkness", il presidente Nixon trovò giusto rappresentare il ritorno in Patria, dalla canzone dello zio Bruce. Mai scelta fu più errata. La canzone di un reduce che ha ucciso a sua volta si il nemico, ma un uomo come lui, con famiglia e figli, accomunati dallo stesso dolore della guerra e le tragiche conseguenze che essa trascina dietro, non era certo una celebrazione di vittoria americana.

Non penso rispose al presidente direttamente Bruce, le parole sarebbero state di fuoco, ma il suo entourage fece sapere alla Casa Bianca, di leggere bene il testo della canzone e consigliò di trarre le debite conclusioni. Così fu. Non ci furono scambi di vedute, ma "Born in the Usa", non fu cantata. Ed ancor oggi, quando raramente questa canzone viene presentata ai concerti, è fatta solitamete in forma acustica, per farci comprender meglio il dolore che si trascina dietro!.



8 commenti:

  1. Antonella: dovevo finire di controllare i miei esercizi di tedesco ma è stato + forte di me: dovevo commentare!
    Concordo con te al 100%: "Born in the U.S.A." è' grande sia come musica che come testo.
    E' la cronaca di un disastro non solo militare ma anche politico, sociale e culturale.
    Del resto, il reduce che torna a casa, minato nel corpo e nello spirito, non trova neanche più il suo lavoro... la scure dei "tagli" si sta abbattendo sull'industria americana (e non solo su quella).
    Il presidente che voleva strumentalizzare il brano di Bruce non è Nixon ma Reagan: ma questo non importa perchè negli anni '60-'70 Reagan era il governatore più reazionario della California, proprio quando Nixon era presidente ed ordinava l' "escalation" in Vietnam.
    I due venivano spesso associati (si parlava di "Reagan-Nixon", come se fossero una sola persona).
    In "Glory days" di Dave Marsh leggiamo che per non farsi strumentalizzare, in concerto l'immenso Bruce indirizzò a Reagan "Johnny 99", che come sai parla di un operaio che dopo la chiusura della sua fabbrica esce di testa, si ubriaca, uccide il guardiano di notte e viene condannato a 99 anni di prigione!
    Una bella lezione, per gli esaltatori del mercato, del duo Nixon-Reagan e dei loro discendenti...
    Salutone e scusa il commento-fiume!

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  2. Caro Riccardo, sono Nella e mi voglio scusare per l'errore Nixon -Reagan...fammi sempre notare le imprecisioni, quando le trovi nei miei scitti,ho sempre qualcosa da imparare,poi storicamente parlando.....preferisco non commentare oltre. Sono felice tu abbia letto la mia pillola e strafelice per la lunghezza del tuo commento. Un caro abbraccio al mio Blood brother!

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  3. Da quanto tempo non ascoltavo questa canzone!!!
    Più significativa di così!!!
    Molto interessante il post... notizie che conoscevo in parte... ora seguendoti le approfondisco... grazie!!!
    A proposito qual'è il piatto preferito di Bruce???
    Sò curiosaaaaaaaaaa!!! hehehehe
    Ciao carissima Nella in ritardo ... ma ti lascio un buon inizio settimana... un abbraccio e baciotto

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  4. No, Nella, NON scusarti!
    La mia era solo una precisazione, non vorrei che l'avessi considerata una critica o una polemica.
    Del resto, come dicevo nel commento, Nixon o Reagan erano più o meno la stessa minestra...
    Addirittura, io penso che se non ci fosse stato il Watergate, negli anni '80 Nixon sarebbe stato ancora in sella, in un modo o nell'altro!
    Reagan è stato semplicemente la "conseguenza" naturale di Nixon, il suo erede.
    Non vorrei esserti sembrato puntiglioso o come diciamo a Cagliari, "professorinu"!
    Ciò che più conta, è che tu abbia riproposto "Born in the U.S.A.", tra l'altro in una versione acustica (che non conoscevo) molto bella, quasi inquietante, spettrale...
    In Bruce mi stupisce sempre la capacità di fare sia del rock scatenato che della musica acustica tanto dolce ed insieme intensa.
    Qui penso soprattutto a "Mansion on the hill" che hai riproposto nel blog "Strade di latta."
    Un caro abbraccio alla mia Blood sister!

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  5. Grazie Riccardo per aver indirizzato a me il tuo primo commento... lo passo a Nella dal momento che è lei l'autrice di questo articolo... Su questo blog entrambe pubblichiamo i nostri post. Lascio soltanto alcuni miei pensieri....
    Riguardo a Reagan credo proprio che lui abbia ascoltato soltanto il ritornello di Born in the USA ...per il resto ha messo l'orecchio sordo avanti mentre il nostro Boss gli ripondeva per le rime con Johnny 99 e dai palchi dei concerti che si moltiplicavano!!! In verità Born in the USA è l'unica canzone che non ascolto volentieri, se non in versione acustica, perchè all'epoca veniva sempre proposta ovunque ....troppo commerciale per un testo degno di profonda riflessione! In quel periodo ascoltavo gli altri album di Bruce.... convinta che la vera realtà americana non è nelle parole di nessun politico di ieri o di oggi ma nei testi teneri e crudi del nostro grande Bruce!
    La canzone che mi ha fatto amare Bruce per la prima volta è quella che tu citi "The mansion on the hill" e che ho inserito nel mio blog "Strade di latta"...ma anche "Darkness on the edge of town"... e tante altre che davvero ti lasciano un brivido!!!!
    Grazie Riccardo!

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  6. Ciao Paoletta cara, sto aspettando anch'io la risposta del piatto preferito dello zio Bruce,ma non arriva nulla....Sforziamoci un pochetto :un primo piatto, non è la pasta, è un piatto tipicamente francese, ma lo si gusta, per chi piace ,anche in Italia, soprattutto al nord...la prossima volta vi dico la soluzione e così siamo a posto!!!!!Vi ho aiutato moltissimo.... ora Paola pensaci un po' su!!!!Baciottoni mangerecci!!!!

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  7. Ma Riccardo caro non sei affatto un professorino, sei un mio caro blood brother e ci stiamo aiutando a vicenda. Tengo a precisare che non sono affatto permalosa e mi piace anche molto scherzare, ma seriamente la cosa che mi ha lusingato di più , è la lunghezza della tua risposta piena di giusti significati! Ma ce ne fossero come te , caro Riccardo ...il mio cuore esulterebbe di gioia e mi sentirei anche un pochino utile agli altri! Un baciotto!

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  8. Antonella, sei una fonte inesauribili. Ti ritrovo ora con un altro blog, bellissimo e interessante anche questo.
    E bellissimo è questo articolo, il Boss lo conosco poco ed ora grazie a voi posso approfondire tale conoscenza.
    Mi piace moltissimo il messaggio di fondo che date: la musica non è semplicemente musica, ma un universo ricco attraverso il quale vengono espresse tutte le emozioni dell'essere umano e delle sue vicende, che siano felici o tragiche.

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