Cristiano De andrè, turbolento figlio di Fabrizio De Andrè, con un passato alquanto burrascoso, ma incantevole quando prende in mano il suo violino (è diplomato al conservatorio), e quando ci canta le canzoni del padre con la sua quasi identica , inimitabile voce. E' un brivido, che ci percorre tutti, un risentire lo schivo Fabrizio sulla scena, calcata più spesso grazie alla moglie Dori Ghezzi.
Che ricordi indelebili, che Cristiano ci ha fatto rivivere con l'ultima tappa al Carlo Felice di Genova, dopo un tour durato un anno e mezzo. Spero che questa lunga tournè abbia risollevato dai dolori e dagli sbagli questo figlio d'arte, non più propriamente ragazzo, ma segnato da dolori ( la morte della madre Puni prima moglie di De Andrè e poi del padre), lo sfacelo delle sue vicende sentimentali, il perdersi in vizi non proprio sani, e reagire con sconsiderate maniere, alle difficoltà della vita.
Come una magia, questo tour ha cancellato tutto. Cristiano è grintoso e un po' più rock del padre, ma lascia trasparire tutta la poesia delle canzoni che suona e canta. E' sempre emozionato quando si esibisce nella sua città natale, Genova infatti , non è una città facile! Ha suonato al Carlo Felice l'ultima volta con il suo papà ed insieme erano presenti Zucchero, Vecchioni, Vasco, Battiato etc etc.... Una bella responsabilità! Ora però ci sono Baccini e De Scalzi a non lasciarlo solo, e, credetemi, non fanno rimpiangere proprio nulla.
Gli applausi sono scroscianti, e sono diretti a tutti presenti e forzatamente anche agli assenti, sono applausi alla vita, alla gioia ed alla commozione. Seduto su di uno sgabello, ci regala, successi come "MeguMegun", " A Cimma","Ho visto Nina volare" e molte molte altre, in coppia canta il grande capolavoro di "Creuza de ma", passa con disinvoltura dal pianoforte alla chitarra, dal violino al bouzuki.
Da ricordare in maniera particolare "Un giudice" e "Amico fragile", ovazione alla Pink Floyd, veramente stupefacente. Arrivano i bis e dopo il caos, il silenzio.
Il sipario si chiude davvero dopo quasi tre ore di musica e l'indimenticabile poesia che Fabrizio dedicò alla sua prima moglie "Verranno a chiederti del nostro amore".
Applausi ed ancora applausi , ma molte lacrime.
Ciao Fabrizio, quanto ci manchi!
NOI TI RICORDIAMO COSI'...
1 commento:
Quanto mi manca , quanto ci manca, questo amico fragile , ma dal cuore di meringa....e vedere Cristiano, ma soprattutto sentirlo, il cuore si fa più piccino ed abbiamo ancora la pallida illusione di averlo ancora con noi!
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