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mercoledì 21 settembre 2016

Eight days a week


Doveroso, doverosissimo parlare di loro, ma soprattutto io dedico questo post alla mia cara amica Minerva, che è una fans adoratrice di questo gruppo e che sempre , come moltissimi di voi, segue questo blog con tanta grazia!
Che ci raccontiamo questa sera ragazzi? Quando si parla di loro si può incominciare dove vogliamo , tanto tutto diventa planetario dalle origini alla nostra epoca e ..ancora avanti. Questo e altro ci dona il bel documentario del bravo regista Ron Howard in questi giorni nelle sale cinematografiche e tanto preso già d'assalto da far stilare una apposita scaletta orario per le proiezioni. Grandi, enormi, stratosferici Beatles....
Sembra impossibile come quattro perfetti sconosciuti che all'epoca quasi nessuno aveva creduto capaci di tanto, diventassero in poco tempo dei veri e propri idoli.
Negli anni'60 la gente ne era già anche inconsciamente invaghita, tanto da giudicarli " snob", smentiti con fermezza da Paul, offeso terribilmente George,mentre John( sagace come sempre) mette d'accordo tutti asserendo categoricamente che possono anche esserlo nella testa del pubblico, perchè il loro modo di presentarsi non è come forse tutti vorrebbero sia. Ermetico, ma giusto..chissà!
Risultati immagini per concerto beatles a londra sul tetto no copyrightIl titolo del film dice già tutto, due anni passati dai Beatles a girare il mondo senza sosta,sostenendo ritmi inauditi e pressioni in ogni dove.Furono i primi concerti ma forse anche gli ultimi, perchè da " allora" si esibirono in pubblico a Londra dal tetto dell'edificio dove avevano i loro uffici.
Questa diventa un'occasione per conoscerne il loro turbolento e variegato mondo o per i fans accaniti per prendere visione di video e audio inediti.
Risultati immagini per Beatles no copyrightRisultati immagini per folla concerto Beatles no copyrightRisultati immagini per folla concerto Beatles no copyrightNon sbagliamoci pensando che il regista voglia preferire più la band che il pubblico, " The Beatles : Eight days a week" ci cala con una forza stratosferica in mezzo a folle oceaniche, tra la gente che urla, tra persone invasate che si strappano di dosso i vestiti, chi sviene , piange , si diverte, ma alla fin fine tutti o quasi finiscono per risvenire! Non c'è nessuna intenzione di indagare,non si vuole spiegare il perchè di tanto fanatismo, semplicemente Howard fa cronaca per consegnarci una testimonianza che vale la pena ricordare.Quei due anni furono incredibili, un caso forse unico nella storia della musica, malgrado altre figure dopo di loro si imposero come  i Queen e Michael Jackson.Ma ci siamo mai chiesti chi sono veramente questi quattro ragazzi di Liverpool?Ragazzi gettati nella mischia a confrontarsi con un fenomeno molto più grande di loro, loro che non sapevano esattamente come presentarsi al pubblico, riuscendo a trasmettere però il loro puro divertimento nell'esibirsi. Un mostro a quattro teste che ovunque andasse portava critiche, delirio dolente o volente. Il clamore non lasciava nessuno indifferente, ancor prima della frase famosa di John Lennon"Siamo più famosi di Gesù"! Quale ciclone si è abbattuto sul pianeta per questi quattro inglesi, rigorosamente vestiti allo stesso modo, stesso taglio di capelli e sulla bocca di tutti ,impreparati ad essere assaliti da tanto successo.Nel documentario è messa in risalto la loro pacata insolenza, e questo rende grande l'affresco, quasi un menefreghismo o la spontaneità di quattro ragazzi venuti da classi meno abbienti di una Liverpool dopo la fine della seconda guerra mondiale. La conferma è l'epilogo di tutta questa storia, perchè quando loro si resero conto dell'entità del fenomeno, venne a mancare quella naturalezza che li aveva distinti e quindi il loro divertimento, una fiamma intensa, che si spense pochi anni dopo. Il resto del documentario è tanta tanta musica, materiale di repertorio, qualche incursione di personaggi che raccontano la loro esperienza e tutto questo assolutamente non ci deve far pensare sia una caramella gustosa data solo a chi li ama. Eight days a week è storia. E dopo mezzo secolo non è semplice farci capire il fenomeno di certe cose che ancora non esistevano. Questo lavoro , non ci trasmette solo una band o la musica, in quegli anni quattro inglesini radunavano intere città intorno a loro e allora , qualcosa cambiò certamente. Ed il nostro mondo , che ci piaccia o no, così per come lo conosciamo è anche frutto di quel qualcosa.
Quindi mettiamoci in fila ordinati, aspettiamo l'inizio dello spettacolo e urliamo ancora una volta con loro..lo spettacolo continua.....
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