............. Dall'amore spesso non nasce la musica, ma dalla musica spesso nasce l'amore!....

sabato 19 giugno 2010

JANIS JOPLIN ... "CHIAMATEMI PEARL"



Ricordo che ero una ragazzina, nel lontano 1978, quando ascoltai per la prima volta alla radio il grido struggente di Janis Joplin sulle note di “Cry Baby” e sentii un forte brivido dentro di me. La sera stessa acquistai l’album “Pearl”, lo ascoltai ripetutamente per giorni interi. La sua voce appassionata e straziante, un insieme di ruggine e miele, furore e tenerezza, malinconia e forza, rimane il canto unico e inimitabile in tutta la storia del rock.


Stiamo parlando di lei, Janis Joplin, una delle migliori interpreti bianche di blues di tutti i tempi, nata il 19 gennaio del 1943 a Port Arthur, un piccolo paese del Texas.

Nelle diverse biografie che ho letto, Janis Joplin viene descritta come una figura ribelle e diversa che difendeva l’uguaglianza fra bianchi e neri e che non amò mai Port Arthur come qualcuno ama il posto in cui è nato, nè mai considerò il Texas come la sua patria. Si parla di lei come una ragazza che nutriva ammirazione per la musica delle sue cantanti blues preferite, come Bessie Smith e che cercava qualcosa di diverso sul suo cammino, probabilmente quel mondo in cui non aveva importanza l'apparire e un gruppo di persone per cui era fondamentale avere qualcosa da dire!

Fu proprio questa ricerca che la spinse a recarsi a San Francisco, nel 1963, dove per la prima volta entrò in contatto con il mondo dei beat e la filosofia on the road. Lì trovò quel "mondo delle idee" che considerava perfetto dove, sfortunatamente, incontrò anche l'alcool e le droghe che entrano a far parte della sua vita in modo prepotente.

Dopo essersi rifugiata per un breve periodo a Port Arthur, stanca di profonde ferite e delusioni, arriva per lei il primo bagliore di successo. Era il 1966 quando un amico dei tempi in cui suonava per i club di Austin, Chet Helms, le offrì il ruolo di vocalist per una nuova band di San Francisco di cui lui era manager. Janis accettò la proposta e dopo un breve provino venne ingaggiata dalla "Big Brother and The Holding Co.", una band di matrice blues con venature rock e psichedeliche. La miscela esplosiva creata dalla roca voce blues di Janis Joplin ed il sound innovativo della Big Brother ottenne subito un grande successo ed il gruppo firmò il primo contratto discografico, la produzione di un album per la Mainstream Records.

Il 1967 segnò l’uscita di "Big Brother and the Holding Company", che conteneva i brani "Down on me" (un classico in cui Janis ha più volte dichiarato di rispecchiarsi in modo evidente - "sembra che tutti in questo fottuto mondo tondo ce l'abbiano con me"), "Call on me" (un lento melodico composto da Sam Andrew, chitarrista e paroliere della Big Brother) e "Bye bye baby".

Successivamente la band firmò un contratto discografico con la Columbia Records grazie ad un'impressionante esibizione sul palco del Monterey Pop International Festival (estate 1967), in cui Janis pietrificò il pubblico con una struggente e personalissima versione di "Ball and chain" di Big Mama Thornton.

Nel 1968 (dopo una riedizione del primo album del gruppo) uscì "Cheap Thrills", da molti considerato l'apice della carriera di Janis Joplin. In questo lavoro vennero inclusi una serie di "pezzi da novanta", dalla splendida cover di "Summertime" di George Gershwin ad "I need a man to love" (un brano fortemente autobiografico, composto da Janis insieme a Sam Andrew), passando per una registrazione live di "Ball and Chain" in puro "Janis style" e "Piece of my heart", primo singolo dell'album.

Anche se il suono della Big Brother migliorò decisamente ed il gruppo sembrava aver trovato il giusto equilibrio, l'abuso di alcool e droghe da parte dei componenti della band, il continuo stress dei concerti e delle manifestazioni unito al temperamento sanguigno delle due primedonne del gruppo (Janis e James Gurley) portò la band a sciogliersi.

Durante il periodo trascorso con la Big Brother, Janis si era trasformata in una persona sorridente e felice, sempre vestita di abiti coloratissimi e "strani" ed il suo sguardo era quello di una giovane donna curiosa ed avida di vita. Purtroppo, l’abuso di alcool e droghe portò la band a sciogliersi ma Janis non si arrese. Mantenne il contratto con la Columbia e formò una nuova band, la "Kozmic Blues Band" (di cui fece parte anche Sam Andrew, che non abbandonò la cantante), con la quale pubblicò, nel 1969, "I got dem 'ol Kozmic Blues Again mama", un album che spaccò in due il pubblico di Janis: per il pubblico statunitense si trattò di un album troppo blues-oriented, in controtendenza con l'evoluzione della scena musicale USA, mentre per il pubblico europeo questa ragazza di ventisei anni diventò "la regina bianca del blues".

Purtroppo, però, anche il rapporto con questa band venne rovinato dall'abuso di eroina e alcool (famoso il connubio tra Janis Joplin e Southern Comfort) ed il gruppo si sciolse.

Janis Joplin non era intenzionata a mollare tutto, decise di disintossicarsi e di formare l'ennesima band, la "Full Tilt Boogie Band" (questa volta senza il sostegno di Sam Andrew, che tornò dai vecchi compagni per ricostituire la Big Brother) e si mise al lavoro per la realizzazione del terzo album, "Pearl". Lei era entusiasta di aver finalmente trovato il ritmo giusto della sua vita, tanto da dedicarsi con grande zelo ai nuovi brani. La tensione era troppo alta e lei troppo debole. Fu così che cadde per l'ennesima volta nella trappola dell'eroina.

"Pearl" uscì nel 1971 ed ottenne un grandissimo successo, soprattutto con brani come "Cry baby", "Get it while you can", "My baby" e "Me and Bobby mcGee" (cover di un pezzo di Kris Kristofferson). La maturità vocale di Janis Joplin stupì per la sua pienezza e la capacità di plasmarsi dolcemente su qualsiasi tipo di suono, la band possedeva un sound coinvolgente ed una professionalità non indifferente.

Purtroppo però Janis non riuscì a godere di quel trionfo. Il 4 ottobre 1970 il suo corpo venne trovato senza vita in una camera del Landmark Motor Hotel di Hollywood. Janis Joplin, ventisette anni, era morta di overdose.

Forse quel "buco" doveva essere l'ultimo. Forse anche con l'eroina aveva deciso di farla finita. Ma quella notte spense per sempre la sua voce. "Era una musa inquietante - scrive il critico rock Riccardo Bertoncelli - una strega capace di incantare il pubblico, la sacerdotessa di un rock estremo senza distinzione tra fantasia scenica e realtà". Uno stile che diventerà un riferimento preciso per intere generazioni di vocalist, da Patti Smith a PJ Harvey, da Annie Lennox degli Eurythmics a Skin degli Skunk Anansie.

Janis Joplin, alla cui vita fu dedicato il film "Piece of my heart", con Brittany Murphy, ha vinto tre dischi d'oro: il primo con la "Big Brother and the Holding Company" per l'album "Cheap Thrills", il secondo come solista per "I Got Dem Ol' Kozmic Blues Again Mama" e il terzo, postumo, con "Pearl". Grazie al pezzo di Kris Kristofferson, "Me and Bobby McGee" riuscì anche, dopo la morte, a scalare quella classifica dei singoli, nella quale in vita non era mai riuscita ad entrare. Alcune settimane prima di morire, aveva acquistato la lapide della tomba di Bessie Smith, la sua grande musa ispiratrice. E il destino ha voluto che anche il suo ultimo brano si rivelasse una macabra profezia: "Buried alive in the blues", sepolta viva nel blues.

Le eseguie ebbero luogo al Westwood Village Mortuary, Los Angeles Cuonty, il 7 ottobre 1970.

Come da espresso desiderio, i suoi resti furono cremati e le sue ceneri sparse lungo la costa di Marin Cuonty, California. L'ultima cosa che disse a un reporter, Al Aronwitz, fu che non amava più quel nome, Janis.

"Sono stufa e stanca di questo nome; chiamatemi Pearl".

* * * * *

DISCOGRAFIA ESSENZIALE


I GOT DEM IL’ KOZMIC BAND MAMA! 1969 Columbia
PEARL 1971 Columbia/Legacy
IN CONCERT 1972 Columbia
JANIS JOPLIN (ORIGINAL SOUNDTRACK) 1975 Columbia
FAREWELL SONG – 1982, Columbia) 1975 Columbia

LINK:
TESTI http://www.alwaysontherun.net/janis.htm
FOTO http://www.janisjoplin.net/multimedia/pictures


AFORISMI 
«Sul palco faccio l'amore con 25 mila persone. Poi torno a casa sola.»

«Puoi distruggere il tuo presente preoccupandoti del tuo domani.»

«Non vendere te stesso. Tu sei tutto ciò che hai.»



(Fonte : biografieonline.it  -  ondarock.it)

2 commenti:

nella ha detto...

Chapeau mia cara sorellina, parlare di Janis Joplin non è cosa semplice , ma le prime righe bastano già a definire questa vera perla del rock statunitense. Troppo fragile, insicura, stravagante,viziata per essere capita nel periodo in cui visse. Ma è stata soprattutto la mancanza di amore ,prima dei genitori e poi delle varie persone che incontrò , che la rovinarono. Ebbe sempre un grande bisogno di amore che non aveva mai avuto. Lo incontrò una volta, una persona comune , non dell'ambiente musicale, che per poco tempo la trascinò via da quel turbine di sregolatezze in cui era sempre caduta : alcool, droga, amori strambalati etc etc..A volte sul palco si mostrava una leonessa pronta ad assalire il pubblico e lo faceva con fare ingiurioso, a volte era una dolce bambina che non aveva mai avuto nè fiducia nè carezze. Tentò l'ultimo concerto strafatta , ma non riuscì a finirlo, tenera e dolce creatura..Ricordiamola e se proprio vogliamo conoscerla meglio oltrechè ascoltare i suoi dischi, guardiamo il meraviglioso film, "the Rose", dove potremmo conoscere la sua biografia. Scusate la lungaggine....ma tutto è troppo bello per me! Un bacio sorellina!

petrolio-muso ha detto...

e ti ringrazio ancora! J.J. tatuaggio indelebile! ;)

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